La Rai e il giro D'italia ???
https://mtb80.blogspot.com/2012/09/la-rai-e-il-giro-ditalia.html
Addio Giro alla Rai o in chiaro
Fonte: Ciclonews
Dopo calcio, olimpiadi e F.1 la Rai rischia di perdere del tutto anche il Giro d’Italia, ovvero il ciclismo maggiore. Un braccio di ferro furibondo sui diritti in chiaro per la corsa rosa è in atto fra la Rcs, la società che gestisce le più importanti corse nostrane (dal Giro d’Italia alla Tirreno- Adriatico, alla “Sanremo”
e “Lombardia”) e l’ente televisivo di stato. Una guerra segnalata da qualche battaglia recente, se è vero che la Rai non era presente a Milano, la settimana scorsa, al vernissage delle squadre azzurre in partenza per i mondiali di Valkenburg.
E che non ci sarà il 30 settembre al lancio del Giro d’Italia 2013: cerimonia che quest’anno, stravolgendo
una tradizione pluridecennale, si terrà in un orario assolutamente non televisivo, cioè alle 12,30, in un teatro milanese e senza diretta.
Si litiga sui soldi, ovviamente. In Rai vorrebbero dimezzare la cifra complessiva stanziata per questa stagione, secondo alcune voci vicina ai 12 milioni di euro (il contratto scade con il “Lombardia”, proprio prima della presentazione del Giro). Alla Rcs puntano più in alto, ma soprattutto a una gestione degli eventi che risponda di più alle leggi del marketing. Pensano a un prodotto fin qui poco valorizzato e da valorizzare.
L’insediamento dello staff di Michele Acquarone alla guida del settore ciclismo, fortemente improntato proprio a una concreta politica di marketing, ne è la prova. Per contro, in Rai, dove la crisi fa sentire il suo peso, l’avvento del governo Monti sta facendo scricchiolare la poltrona di Auro Bulbarelli, vicedirettore in quota Lega, “deus ex machina” della non poco onerosa trasformazione della rete due digitale nella “casa del ciclismo”.
In più, ai grandi investimenti nel settore non farebbe riscontro un audience adeguata, oltre al fatto che ci sarebbe anche chi giudica il prodotto “ciclistico” della Rai piuttosto datato, se non addirittura obsoleto: dirette lunghissime e noiosissime, poco appeal sui giovani.
Mentre la strategia Rcs è chiara: allargare la conoscenza, dunque il “mercato” di prodotti che valgono molto e non rendono in proporzione.
Così Acquarone si è spinto perfino oltreoceano alla fiera di Las Vegas per presentare la tappa del Giro 2013 che arriverà in cima al Galibier.
Un segnale preciso.
Interlocutore di punta in questo momento sarebbe Sky, anche se la tv di Murdoch ha già fatto il pieno di diritti tv e, anzi, qualcosa ha già tagliato. Sarebbero quelli che hanno la tecnologia giusta, l’alta definizione che piace tanto a via Solferino e che la Rai non ha.
Ma non è escluso che si posano fare sotto altri offerenti (Mediaset?). (Eugenio Capodacqua – La Repubblica)
Fonte: Ciclonews
Dopo calcio, olimpiadi e F.1 la Rai rischia di perdere del tutto anche il Giro d’Italia, ovvero il ciclismo maggiore. Un braccio di ferro furibondo sui diritti in chiaro per la corsa rosa è in atto fra la Rcs, la società che gestisce le più importanti corse nostrane (dal Giro d’Italia alla Tirreno- Adriatico, alla “Sanremo”
e “Lombardia”) e l’ente televisivo di stato. Una guerra segnalata da qualche battaglia recente, se è vero che la Rai non era presente a Milano, la settimana scorsa, al vernissage delle squadre azzurre in partenza per i mondiali di Valkenburg.
E che non ci sarà il 30 settembre al lancio del Giro d’Italia 2013: cerimonia che quest’anno, stravolgendo
una tradizione pluridecennale, si terrà in un orario assolutamente non televisivo, cioè alle 12,30, in un teatro milanese e senza diretta.
Si litiga sui soldi, ovviamente. In Rai vorrebbero dimezzare la cifra complessiva stanziata per questa stagione, secondo alcune voci vicina ai 12 milioni di euro (il contratto scade con il “Lombardia”, proprio prima della presentazione del Giro). Alla Rcs puntano più in alto, ma soprattutto a una gestione degli eventi che risponda di più alle leggi del marketing. Pensano a un prodotto fin qui poco valorizzato e da valorizzare.
L’insediamento dello staff di Michele Acquarone alla guida del settore ciclismo, fortemente improntato proprio a una concreta politica di marketing, ne è la prova. Per contro, in Rai, dove la crisi fa sentire il suo peso, l’avvento del governo Monti sta facendo scricchiolare la poltrona di Auro Bulbarelli, vicedirettore in quota Lega, “deus ex machina” della non poco onerosa trasformazione della rete due digitale nella “casa del ciclismo”.
In più, ai grandi investimenti nel settore non farebbe riscontro un audience adeguata, oltre al fatto che ci sarebbe anche chi giudica il prodotto “ciclistico” della Rai piuttosto datato, se non addirittura obsoleto: dirette lunghissime e noiosissime, poco appeal sui giovani.
Mentre la strategia Rcs è chiara: allargare la conoscenza, dunque il “mercato” di prodotti che valgono molto e non rendono in proporzione.
Così Acquarone si è spinto perfino oltreoceano alla fiera di Las Vegas per presentare la tappa del Giro 2013 che arriverà in cima al Galibier.
Un segnale preciso.
Interlocutore di punta in questo momento sarebbe Sky, anche se la tv di Murdoch ha già fatto il pieno di diritti tv e, anzi, qualcosa ha già tagliato. Sarebbero quelli che hanno la tecnologia giusta, l’alta definizione che piace tanto a via Solferino e che la Rai non ha.
Ma non è escluso che si posano fare sotto altri offerenti (Mediaset?). (Eugenio Capodacqua – La Repubblica)