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La ciclabile più lunga d'Italia

Fonte: Ciclismo.it


Presentato a Torino il progetto VenTo, lungo l'argine del Po, fino a Venezia: 670 km costerebbero come 2 km di autostrada. Ma ora tutto dipende dallo Stato.

Il progetto c’è ed è meraviglioso, ora si aspettano fatti concreti. La pista ciclabile più lunga d’Italia (e tra quelle “top” in Europa) potrebbe scorrere lungo il fiume Po, attraverso la pianura Padana: 679 km sull’argine del fiume più lungo d’Italia, tra la campagna e aree urbanizzate, toccando città d’arte e 15 parchi naturali. Il progetto VenTo dovrebbe collegare Venezia a Torino ed è stato realizzato da un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano, guidati dal coordinatore scientifico Paolo Pileri.


Superata la fase di progettazione, VenTo è entrato nella fase più difficile: trovare i finanziamenti e dare il via ai lavori. «I costi – spiega Paolo Pileri – ammonterebbero a meno di 100 milioni di euro in tre anni. Su 679 km di tracciato, 102 sono già ciclabili. Con una spesa molto bassa, 80 milioni di euro, pari a circa 118 euro al metro, si realizzerebbe tutto il percorso. Un impegno che, se suddiviso tra Stato, 4 regioni e 12 province diverrebbe davvero leggero, circa 7 milioni l’anno per le quattro regioni interessate dal suo percorso: 80 milioni rappresentano lo 0.01% della spesa pubblica annuale, come il costo di 1-2 km di autostrada». Non si fa nulla, però, senza l’impegno dello Stato, di 4 regioni, di 12 province, degli enti fluviali, di tutti i Comuni, coordinati da un soggetto unico. Soggetto che per adesso non ha ancora un’identità precisa. Un’ipotesi è che a guidare la realizzazione sia  l’Autorità di Bacino del Po, ma anche la città di Torino è molto entusiasta del progetto.
Le prospettive di crescita sostenibile per i territori toccati dalla ciclovia sarebbero molto positive, visto che, secondo le proiezioni del Politecnico, il progetto potrebbe generare ben 100 milioni di euro d’indotto l’anno solo dai 155.000 turisti stimati, senza parlare della quantità di posti di lavoro che verrebbero creati dalla sua realizzazione, ancora non stimati. I 40.000 km di ciclabili tedesche producono 8 miliardi di indotto all’anno, stabilmente. Sulla Vienna-Passau, lungo il Danubio, circolano 5mila cicloturisti al giorno e l’indotto turistico ed economico nel 2010 è stato di quasi 72 milioni di euro, 92 milioni quello ingenerato, nello stesso anno, dalla ciclovia tedesca lungo l’Elba, mentre i 200 km di ciclovie trentine nel 2011 hanno prodotto 86 milioni di euro. Ma VenTo non si ferma qui e potrebbe crescere collegandosi con altre ciclabili (quella del Brennero-Peschiera-Mantova, la Torino-Nizza, Mantova-Ferrara-Adriatico, etc.) e raddoppiando sulla sponda opposta del Po. Sono infinite le potenzialità. Ancor più se si pensa che il tracciato sarebbe collegato al trasporto ferroviario e alla navigazione fluviale. Diventando un piccolo tassello della megapista transeuropea: «Si realizzerebbe – conclude Pileri –  il corridoio europeo Eurovelo 8 che congiunge Barcellona a Kiev, e il suo pezzo nodale è la valle del Po, che non è assolutamente attrezzata. In Europa non aspettano altro». Altro che la Tav…

http://www.progetto.vento.polimi.it/

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