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Face to face con...Efrem Bonelli

Fonte: www.zetatraining.it

Oggi conosciamo l'elite del Team Km Bottecchia Efrem Bonelli, trentino di nascita ma modenese d'adozione, autore di un inizio stagione importante nella nuova categoria "Elite" dopo essersi messo in mostra nelle categorie amatoriali negli anni precedenti.
Atleta tanto esplosivo in gara quanto riservato e tranquillo nel privato, sta per laurearsi e combina lo studio con la mountainbike con ottimi risultati: ecco chi è Efrem Bonelli.

Efrem, partiamo dal nome, da dove origina?
Questo bisognerebbe chiederlo ai miei genitori; penso sia stato il primo nome che piaceva ad entrambi!
Da piccolo che sport praticavi?
Ho praticato parecchi sport provenendo da una valle montana. Ho cominciato con la corsa e lo sci di fondo, poi ho smesso e sono passato al calcio.
Quando è scattata la scintilla per la bicicletta?
Sinceramente sono sempre stato attirato dal ciclismo; poi ho cominciato a fare qualche giro in mtb con gli amici e all’età di 18 anni le prime gare.
Da giovane quali sono state le tue esperienze in mtb? Sappiamo poi hai corso per squadre venete, decisione pesata o semplici opportunità?
Ho fatto l’U23, ma con poca convinzione e poca costanza nell’allenamento, poi a causa di esperienze deludenti e poca considerazione ho pensato di abbandonare l’agonismo, ma alla fine la passione è prevalsa e devo ringraziare anche il mio amico Marco Quagliardi che mi ha aiutato a ritrovare le motivazioni e le squadre( staff bike 2000 nel 2010 e v.c.Garda nel 2011).Quando hai capito di avere un talento per questo sport?Già nella corsa campestre da piccolo ho fatto qualche bella prova poi ho sempre avuto una passione per gli sport di fatica.
Parte del tuo talento è uscito allo scoperto nella scorsa stagione dove hai vinto varie prove del XC Verona. Proprio a fine stagione è arrivata la chiamata del Team Km Bottecchia e la proposta di correre tra gli Elite: in quel momento quale sentimento ha prevalso?
Diciamo che la scorsa stagione ho acquisito una consapevolezza delle mie capacità ed ho ritrovato il divertimento in gara.
Non si tratta di una vera e propria chiamata, ma una ricerca consensuale! Ho visto già da l’anno scorso la serietà con cui il team Km Bottecchia si presentava sui campi di gara e poi ho parlato con Davide Finetto che mi ha accolto con molto entusiasmo. In quel momento sono prevalse sensazioni positive, la volontà di riscattarsi e di non deludere il team che per primo ha creduto in me!
Fino a quel momento eri un autodidatta dell’allenamento o ti seguiva qualcuno?
Autodidatta puro!
Da quest’anno sei seguito da “Zetatraining”, che differenze hai notato negli allenamenti?
Meno ore, ma più intense! Proprio quello che ci vuole per la mtb!
Una tipologia di allenamento che ami e una che proprio non ti va giù!
Amo le salite forza resistente e sto cominciando ad odiare i cambi di ritmo per allenare la resistenza lattacida.
Per te cosa significa “fatica”?
Significa dare tutto per raggiungere un obiettivo oltre che uno stato di piacere e soddisfazione quando si sa di aver dato il 110%.
E la discesa?
Divertimento, ma anche concentrazione e tecnica.
In questa prima metà di stagione ti sei messo in mostra con prestazioni d’alto livello, quanto credi di potere ancora migliorare e a cosa ambisci?Credo di poter migliorare ancora perché sento di non aver ancora raggiunto lo stato di forma e inoltre sto lavorando sul mio tallone d’achille…
Ti senti più portato sugli xc o sulle lunghe distanze?
Sicuramente sono esplosivo e quindi più adatto all’xc, ma cerco di difendermi anche nelle lunghe distanze siccome spesso parto tranquillo e mi riprendo da metà gara in poi.
Hai battagliato in gare d’alto livello come gli Internazionali d’Italia cross country. I ritmi sono veramente altissimi, forse è più alla portata competere nelle granfondo nazionali?
Nel settore dell’xc il livello è sempre più alto e la selezione si fa da subito, per non parlare della necessità di partire con numeri bassi altrimenti si perdono molti secondi nelle fasi iniziali.
Nelle granfondo è più difficile fare la selezione quindi è più facile fare prestazioni migliori.
Quale dei campioni dell’offroad hai conosciuto o ti ha più impressionato da vicino?Direi che le gambe di Marco Aurelio Fontana viste da dietro sotto sforzo fanno paura…
Se potessi cerchiare un obiettivo per questa stagione quale segneresti?
Mi piacerebbe molto fare bene agli italiani xc e migliorare la prestazione dell’anno scorso alla Val di Fassa Bike.
L’anno prossimo potrai compiere un altro miglioramento, quanto credi ti servirà questa stagione da elite per il futuro? E quanto è stato importante per te crescere in un team organizzato come il Km Bottecchia?
Sicuramente devo ancora digerire la durata maggiore degli xc e la partenza a tutta; comunque sono convinto che l’anno prossimo migliorerò!
Per me far parte del team Km Bottecchia significa davvero molto. Sono trattato talmente bene che spesso mi sembra di essere sopravalutato! Posso stare tranquillo e pensare solo alla gara che a tutto il resto ci pensa il team.
Cosa hai potuto apprezzare di più della squadra?
L’organizzazione, la cura con cui Alessio Finetto sistema la bici, i consigli tecnici di Davide e di Mauro.
E con chi hai fatto maggiormente amicizia?
Direi con Davide siccome ci conosciamo da più tempo, ma mi trovo benissimo anche con Mauro ed Alessio.
In conclusione quanto credi sia importante allenarsi con metodo e non a sensazione?
Allenarsi con metodo significa partire con una marcia in più anche se costa più fatica psicofisica.

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