L’appello di Bettini
https://mtb80.blogspot.com/2007/10/prof-lappello-di-bettini-ai-ladri.html
PROF - L’appello di Bettini ai ladri: «Ridatemi la bici iridata di Stoccarda» Roma - martedì 16 ottobre 2007 - «Quale sentimento ho provato negli ultimi metri a Stoccarda? Per le vicende che erano successe nei giorni prima del Mondiale avevo tanta rabbia. E mi sono reso conto, purtroppo mi è già capitato due volte in questo ultimo anno, che quando c'è rabbia dentro, si riesce a sentire meno la fatica. Volevo arrivare primo a dispetto di quello che era successo. Ci sono state tante accuse rivolte a me, alla mia carriera, accuse che con i miei legali in poche ore, pochi giorni abbiamo smontato, perché non stavano in piedi da sole. Siamo rimasti in mezzo a delle manovre politiche non molto chiare e tutto questo ci aveva tolto quella serenità che dovrebbe servire a preparare appuntamenti così importanti».
Il due volte iridato Paolo Bettini torna a parlare, in una intervista a Nudo e Crudo su Radio Uno Rai condotto da Giulia Fossà, del mondiale vinto e delle accuse rivolte a lui prima del trionfo di Stoccarda.
«Il ciclismo negli ultimi anni ha subito tanto, anche giustamente, perché i problemi sono stati tantissimi, anche se a volte c'è stato accanimento. Personalmente sono stato capace di trasformare tutta la rabbia in “'legna da ardere” - spiega Bettini - solo perché sapevo, dentro di me, di essere dalla parte del giusto, tanto che all'arrivo mi sono permesso di restituire qualcosa».
Il campione olimpico nonostante i successi in bicicletta ha dovuto sopportare accuse e dolori. «Il mondiale inseguito da tanti anni è arrivato per la prima volta lo scorso anno a Salisburgo. Doveva portare un anno pieno di serenità ed invece, ad otto giorni da quella vittoria, è successo l'opposto, sono passato dalla gioia al dolore, con la scomparsa di mio fratello Sauro. Quest'anno è stato un susseguirsi di sentimenti contrastanti fino alla nuova vittoria del mondiale di Stoccarda, spero che questa maglia, che porterò tutto l'anno in dosso, sia diversa dalla prima».
La maglia non potrà portargliela via nessuno, ma la bicicletta iridata è già sparita. «La bici iridata rubata? Capita purtroppo anche questo, è stato rubato un intero camion di bici, ben 22, proprio alla vigilia di una corsa. Il giorno dopo dovevo portarmela a casa, le due bici mondiali dovevano rimanere insieme, e invece non so dove sia finita. È una bici e per quanto possa costare il suo valore è modesto, mentre per me è diverso, mi ha portato a vincere il secondo mondiale, è il ricordo di una giornata di tanti sacrifici fatti, speriamo possa tornare indietro, faccio ancora un appello».
Il due volte iridato Paolo Bettini torna a parlare, in una intervista a Nudo e Crudo su Radio Uno Rai condotto da Giulia Fossà, del mondiale vinto e delle accuse rivolte a lui prima del trionfo di Stoccarda.
«Il ciclismo negli ultimi anni ha subito tanto, anche giustamente, perché i problemi sono stati tantissimi, anche se a volte c'è stato accanimento. Personalmente sono stato capace di trasformare tutta la rabbia in “'legna da ardere” - spiega Bettini - solo perché sapevo, dentro di me, di essere dalla parte del giusto, tanto che all'arrivo mi sono permesso di restituire qualcosa».
Il campione olimpico nonostante i successi in bicicletta ha dovuto sopportare accuse e dolori. «Il mondiale inseguito da tanti anni è arrivato per la prima volta lo scorso anno a Salisburgo. Doveva portare un anno pieno di serenità ed invece, ad otto giorni da quella vittoria, è successo l'opposto, sono passato dalla gioia al dolore, con la scomparsa di mio fratello Sauro. Quest'anno è stato un susseguirsi di sentimenti contrastanti fino alla nuova vittoria del mondiale di Stoccarda, spero che questa maglia, che porterò tutto l'anno in dosso, sia diversa dalla prima».
La maglia non potrà portargliela via nessuno, ma la bicicletta iridata è già sparita. «La bici iridata rubata? Capita purtroppo anche questo, è stato rubato un intero camion di bici, ben 22, proprio alla vigilia di una corsa. Il giorno dopo dovevo portarmela a casa, le due bici mondiali dovevano rimanere insieme, e invece non so dove sia finita. È una bici e per quanto possa costare il suo valore è modesto, mentre per me è diverso, mi ha portato a vincere il secondo mondiale, è il ricordo di una giornata di tanti sacrifici fatti, speriamo possa tornare indietro, faccio ancora un appello».
Il soprannome di Bettini è Grillo, ma non ha niente a che vedere con il comico. «Mi è stato dato da qualche giornalista anni fa, perché ha visto in me un grillo che salta e che parla, per come mi sposto all'interno del gruppo, sono uno che non sta mai fermo e poi perché quando c'è da parlare non mi trattengo».
ciao da Fabio Zivini
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