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Questi poveri negozianti...

Fonte: Cyclinside

Il negozio di biciclette vuole vendere integratori. 
Ecco cosa deve fare

 Avete un negozio di biciclette e vendete anche integratori? Potete farlo, ma ci sono delle normative da rispettare. Per salvaguardare i vostri clienti e, naturalmente, anche per evitare sanzioni. Ciò che descriviamo in questo articolo può essere utile anche per i clienti che possono, così, capire qualcosa in più sulla serietà del negozio cui si rivolgono.
E in effetti la questione è abbastanza spinosa e un po’ confusa. Se chiedete ad un negozio di bici informazioni circa la possibilità di vendere gli integratori le risposte che se ne hanno spesso sono confuse. E allora noi abbiamo fatto il percorso “ideale” che farebbe chiunque si trovasse nella situazione di aprire un negozio: voglio vendere biciclette e parti di ricambio ma voglio tenere anche gli integratori per i miei clienti. Che faccio?
Come prima cosa abbiamo chiesto alla Camera di Commercio. Questa, però, non fa altro che dichiarare l’inizio dell’attività commerciale dopo che il comune le manda la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività). Andiamo al comune.
Qui, di fatto, si prende atto che si vuole aprire l’attività e basta un’autocertificazione nella quale si assicura di essere in regola con tutto quanto richiesto
Da chi? È presto detto. Se vendete bici è facile, ma se ci sono generi alimentari (come gli integratori) il comune, che prende l’autocertificazione per poi mandare la SCIA alla Camera di commercio, fa anche una segnalazione alla ASL.




Andiamo alla ASL quindi. C’è una normativa europea, ci informano, che stabilisce determinati requisiti per poter vendere generi alimentari. Le cose si complicano un po’, ma neanche troppo, dopotutto e alla ASL sanno benissimo la differenza tra prodotti confezionati e sigillati e prodotti di produzione propria in cui c’è un contatto diretto tra operatore ed alimento (come per un panettiere, sostanzialmente).
Il negozio di bici, quindi, è soggetto ad una “normativa applicata in miniatura”. Non occorrono certificati medici per il personale che maneggia gli integratori sigillati ma serve comunque rispettare alcune regole che, tutto sommato, appaiono in linea con il buon senso.
Nel punto vendita deve essere presente almeno una persona qualificata alla vendita del prodotto alimentare. Questa persona deve avere un attestato di formazione ufficiale ottenibile dopo un corso specifico. Questo viene fatto dalle associazioni di categoria o, a seconda dell’organizzazione, anche dalla ASL stessa. Poi serve redigere il manuale di autocontrollo alimentare dove si dichiara come vengono trattati i prodotti alimentari all’interno del punto vendita ed anche la frequenza dei corsi di aggiornamento.
Ecco cosa serve, e se viene il controllo della ASL bisogna essere in regola. In ogni caso, conviene proprio chiedere alla propria ASL di riferimento cosa serve per non rischiare di incorrere in sanzioni e, anzi, avere indicazioni particolareggiate sull’iter da seguire.
Può essere utile anche fare riferimento a questa pagina del Ministero della Salute. Ovviamente, tutti gli integratori che si hanno in negozio devono essere prodotti già approvati proprio dal Ministero della Salute.
Insomma, niente mani sporche di grasso mentre si maneggiano gli integratori, anche se sono sigillati e quindi al riparo. Per chi volesse approfondire la questione, poi, rimandiamo al prossimo numero di Bicitech

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