Freni a disco su strada: utili o bufala?
https://mtb80.blogspot.com/2012/11/freni-disco-su-strada-utili-o-bufala.html
Questo non è un mio problema dato che non uso la bici da strada... Ma la voce sul Web è forte...
Fonte: Ciclismo.it
Detto sinceramente, la frenata di una bici strada, allo stato attuale della tecnologia, è un aspetto che interessa veramente poco il ciclista esperto.
I gruppi, almeno quelli di ottima fattura che caratterizzano la produzione di media e alta gamma, forniscono prestazioni già ottime.
Quindi, servono davvero i freni a disco su strada? La riposta è no. Perché? A certe velocità, che possono essere anche molto alte, si arriva al bloccaggio completo delle ruote comunque.
Dunque, freno classico o con disco, l’impianto frenante cessa la sua utilità. Inoltre, sempre su strada, meno si frena meglio è. Si deve guidare puliti, toccare i freni meno possibile. Perché? Il “motore” siamo noi, ogni ripresa costa calorie, energie, che non sono infinite. Meglio usarle con il contagocce. Fatta eccezione per alcune discese (ma è proprio vero?), per il resto delle situazioni i freni vanno usati molto poco. Conviene stare attenti e anticipare le situazioni.
Discorso pioggia, cavallo di battaglia della frangia “pro” freni a disco. Siamo seri, quanti ciclisti avete visto sulle strade italiane quando piove? Pochissimi e in pianura (forse), perché è sconveniente salire di quota se piove e fa freddo. Certo, il mondo è grande e non tutti i paesi si comportano allo stesso modo, ma quello è un altro discorso.
Discorso alleggerimento dei cerchi. Un altro mito (falso), dice che con i freni a disco sarà possibile ridurre ulteriormente i pesi delle ruote perché si potranno alleggerire in corrispondenza delle piste frenanti. Citiamo un episodio che la dice lunga sullo stato attuale delle cose. Durante l’ultimo Giro di Lombardia Alessandro Ballan è caduto durante la discesa della Colma e ha rotto la sua ruota anteriore sulla schiena di Luca Paolini, caduto pochi istanti prima davanti a lui. Detto questo, si può ben intuire quanto i materiali siano già “tirati”. Oltre i limiti? Forse sì. Scendere ulteriormente con pesi e spessori sarebbe da matti.
Infine il paragone con l’mtb, fuorviante e poco utile. Strada e off-road sono due mondi completamente diversi, non paragonabili in alcun modo.Su strada si guida sempre su asfalto pulito e levigato, le cose avvengono con tempi di reazione medio-lunghi, specie se si pedala da soli. Fuoristrada il fondo è sempre diverso, i cambi di direzione sono repentini, le reazioni sono immediate, la “guida sporca” può essere una virtù.
Fonte: Ciclismo.it
Detto sinceramente, la frenata di una bici strada, allo stato attuale della tecnologia, è un aspetto che interessa veramente poco il ciclista esperto.
I gruppi, almeno quelli di ottima fattura che caratterizzano la produzione di media e alta gamma, forniscono prestazioni già ottime.
Quindi, servono davvero i freni a disco su strada? La riposta è no. Perché? A certe velocità, che possono essere anche molto alte, si arriva al bloccaggio completo delle ruote comunque.
Dunque, freno classico o con disco, l’impianto frenante cessa la sua utilità. Inoltre, sempre su strada, meno si frena meglio è. Si deve guidare puliti, toccare i freni meno possibile. Perché? Il “motore” siamo noi, ogni ripresa costa calorie, energie, che non sono infinite. Meglio usarle con il contagocce. Fatta eccezione per alcune discese (ma è proprio vero?), per il resto delle situazioni i freni vanno usati molto poco. Conviene stare attenti e anticipare le situazioni.
Discorso pioggia, cavallo di battaglia della frangia “pro” freni a disco. Siamo seri, quanti ciclisti avete visto sulle strade italiane quando piove? Pochissimi e in pianura (forse), perché è sconveniente salire di quota se piove e fa freddo. Certo, il mondo è grande e non tutti i paesi si comportano allo stesso modo, ma quello è un altro discorso.
Discorso alleggerimento dei cerchi. Un altro mito (falso), dice che con i freni a disco sarà possibile ridurre ulteriormente i pesi delle ruote perché si potranno alleggerire in corrispondenza delle piste frenanti. Citiamo un episodio che la dice lunga sullo stato attuale delle cose. Durante l’ultimo Giro di Lombardia Alessandro Ballan è caduto durante la discesa della Colma e ha rotto la sua ruota anteriore sulla schiena di Luca Paolini, caduto pochi istanti prima davanti a lui. Detto questo, si può ben intuire quanto i materiali siano già “tirati”. Oltre i limiti? Forse sì. Scendere ulteriormente con pesi e spessori sarebbe da matti.
Infine il paragone con l’mtb, fuorviante e poco utile. Strada e off-road sono due mondi completamente diversi, non paragonabili in alcun modo.Su strada si guida sempre su asfalto pulito e levigato, le cose avvengono con tempi di reazione medio-lunghi, specie se si pedala da soli. Fuoristrada il fondo è sempre diverso, i cambi di direzione sono repentini, le reazioni sono immediate, la “guida sporca” può essere una virtù.