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Incentivi per le biciclette: servono altri 4 milioni

Fonte:ilsole24ore.com

Alle 8,40 di sabato scorso i fondi per l'acquisto incentivato di biciclette e motorini sono finiti. Tra un black out e l'altro del sistema informatico centinaia di rivenditori sono riusciti comunque a inserire gran parte delle pratiche raccolte prima dell'interruzione della campagna, annunciata a partire dal 12 maggio (vedi il Sole 24 Ore di venerdì scorso). Nonostante tutto, però, sarebbero ancora necessari circa quattro milioni di euro per soddisfare tutte le domande accumulate nei negozi.

Proprio in queste ore, infatti, l'Associazione nazionale del ciclo e motociclo (Ancma) sta cercando di monitorare di quanto si è andati sotto, rispetto alla soglia degli 8,75 milioni di euro stanziati in accordo con il ministero dell'Ambiente. «Finora abbiamo raccolto solo alcune segnalazioni – afferma Piero Nigrelli, responsabile della sezione ciclo dell'Ancma – da parte di rivenditori che devono ancora smaltire decine di domande. Le difficoltà di accesso al sistema hanno ostacolato alcuni più di altri. Stiamo raccogliendo i dati per poi valutare cosa fare insieme al ministero». Il numero ufficiale di pratiche che non sono riuscite ad ottenere l'incentivo - con fattura non posteriore al 12 maggio - dovrebbe arrivare entro venerdì.

Ma è già possibile fare un calcolo a partire, innanzitutto, dalle domande inserite nel sistema informatico: oltre alle 40.500 pratiche validate che hanno ottenuto l'incentivo, sul sito internet www.incentivimotocicli.it ne sono state inserite circa altre 23mila, in attesa di disponibilità per mancanza di risorse oppure incomplete, ma comunque non coperte dal fondo del ministero. Per soddisfare anche quest'ultime servirebbero altri 3,9 milioni di euro. «Speriamo di riuscire a finanziare tutte le richieste, ma dev'essere chiaro che se il rivenditore si è impegnato con il cliente prima di ottenere la validazione della pratica non è una nostra responsabilità - chiarisce Claudio De Viti, direttore del settore moto dell'Ancma -. Stiamo pensando di dirottare alcuni fondi residui per cercare di soddisfare la domanda. Se ci dovesse essere un rifinanziamento ingente dovremmo anche pensare di vincolare parte delle risorse anche ai produttori di ciclomotori, che questa volta praticamente non ne hanno potuto beneficiare». Anche tra i rivenditori, dove regnano i malumori, si iniziano a fare i conti.

«Nei nostri 130 punti vendita - afferma Fausto Pinarello della nota casa costruttrice veneta - abbiamo 190 pratiche non validate per cui servirebbero circa altri 100mila euro. Alcuni ordini sono già stati bloccati e ci sono state alcune disdette». Anche Atala (che copre circa il 12% del mercato italiano) nei suoi 1.500 punti vendita che hanno aderito alla campagna stima circa 2mila pratiche in stand-by per un valore complessivo di circa 200mila euro.

«I rivenditori - afferma l'amministratore delegato di Atala, Massimo Panzeri – hanno comunque mandato avanti le pratiche, sperando di poterle poi inserire. I clienti hanno già ricevuto le bici, pagato il loro 70% e ora il negozio resta scoperto. Come produttori siamo solo degli intermediari, ma per gli esercenti può diventare un problema grosso».


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