Doping - Il ciclismo si ribella (legittimamente) al calcio
https://mtb80.blogspot.com/2009/02/doping-il-ciclismo-si-ribella.html
Fonte Pro-Bike
Il ciclismo non ci sta. E, prendendo le mosse dal caso riguardante la squalifica di un anno impartita ai calciatori Possanzini e Mannini, si scaglia contro il restante mondo dello sport.
Una nota dell'Associclisti ha infatti lamentato le severe misure restrittive in tema di doping che da anni caratterizzano le due ruote, domandandosi perchè analoghi comportamenti tenuti dalla Wada nel tennis o nel calcio scatenino un tale polverone di polemiche.
La riflessione sgorga infatti da lontano, dall'abiente della racchetta. "Il numero uno del tennis mondiale, Rafael Nadal, ha criticato nei giorni scorsi il codice antidoping varato il 1° gennaio dalla Wada in tema di reperibilità - si legge nel comunicato -. L’ha ritenuto un provvedimento vergognoso che viola la privacy, ma si tratta della stessa normativa cui i corridori ciclisti sono sottoposti da tempo. La novità che indispettisce gli altri sport è regola consolidata nel ciclismo".
Quindi la frecciata - tutt'altro che velata - ha raggiunto anche il calcio. "Al tennis, ora, si è aggiunto il calcio: il mondo del pallone scioperera` durante il prossimo week-end in segno di solidarietà nei confronti dei due calciatori squalificati per essersi presentati in ritardo ad un controllo antidoping. Un’azione di protesta che vorrebbe far riflettere sulla necessità di rivedere le regole Wada. Forse, però, non tutti ricordano che nel ciclismo non è mai accaduto che un corridore potesse ritardare impunemente il controllo antidoping. Provate a chiedere a Rasmussen: sta ancora scontando due anni di squalifica, senza mai essere stato trovato positivo, per non aver comunicato correttamente i propri spostamenti".
Una riflessione tanto schietta quanto legittima, che ancora una volta ribadisce come il ciclismo sia lo sport più soggetto a casi di doping proprio perchè il più severamento controllato. Sacrosanto che venga chiesto un'allineamento con le altre discipline in tema di sanzioni e pene inflitte ai tesserati.
Il ciclismo non ci sta. E, prendendo le mosse dal caso riguardante la squalifica di un anno impartita ai calciatori Possanzini e Mannini, si scaglia contro il restante mondo dello sport.
Una nota dell'Associclisti ha infatti lamentato le severe misure restrittive in tema di doping che da anni caratterizzano le due ruote, domandandosi perchè analoghi comportamenti tenuti dalla Wada nel tennis o nel calcio scatenino un tale polverone di polemiche.
La riflessione sgorga infatti da lontano, dall'abiente della racchetta. "Il numero uno del tennis mondiale, Rafael Nadal, ha criticato nei giorni scorsi il codice antidoping varato il 1° gennaio dalla Wada in tema di reperibilità - si legge nel comunicato -. L’ha ritenuto un provvedimento vergognoso che viola la privacy, ma si tratta della stessa normativa cui i corridori ciclisti sono sottoposti da tempo. La novità che indispettisce gli altri sport è regola consolidata nel ciclismo".
Quindi la frecciata - tutt'altro che velata - ha raggiunto anche il calcio. "Al tennis, ora, si è aggiunto il calcio: il mondo del pallone scioperera` durante il prossimo week-end in segno di solidarietà nei confronti dei due calciatori squalificati per essersi presentati in ritardo ad un controllo antidoping. Un’azione di protesta che vorrebbe far riflettere sulla necessità di rivedere le regole Wada. Forse, però, non tutti ricordano che nel ciclismo non è mai accaduto che un corridore potesse ritardare impunemente il controllo antidoping. Provate a chiedere a Rasmussen: sta ancora scontando due anni di squalifica, senza mai essere stato trovato positivo, per non aver comunicato correttamente i propri spostamenti".
Una riflessione tanto schietta quanto legittima, che ancora una volta ribadisce come il ciclismo sia lo sport più soggetto a casi di doping proprio perchè il più severamento controllato. Sacrosanto che venga chiesto un'allineamento con le altre discipline in tema di sanzioni e pene inflitte ai tesserati.