IL RISCALDAMENTO per CICLISTI
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Toccasana riconosciuto contro possibili e probabili problemi muscolari e tendinei, il riscaldamento è troppo spesso tralasciato, snobbato o fatto di fretta.
Fra alcuni atleti anche di alto livello è stata osservata una forte concentrazione di acido lattico anche pochi istanti prima della partenza di una gara.
Fra le ipotesi fatte per spiegare il fenomeno - salvaguardando la grande diversità degli individui, ciascuno con precisi e peculiari adattamenti all'allenamento - c'è quella di un errato riscaldamento.
Dunque un corretto riscaldamento può influenzare ogni tipo di competizione.
Lo scopo più conosciuto del riscaldamento è quello di produrre un aumento della temperatura corporea nella misura di uno o due gradi centigradi. Connessi a questo rialzo termico, altri meccanismi però vengono coinvolti:
IL RISCALDAMENTO
- una rapida messa a disposizione della emoglobina: si realizza cosi un aumento nel rifornimento di ossigeno ai muscoli;
- una diminuzione della viscosità interna del muscolo; in tal modo si verifica un miglioramento della contrattilità muscolare;
- una diminuzione della viscosità del liquido sinoviale: le facce articolari sono facilitate nel loro scorrimento e consentono movimenti meno dispendiosi dal punto di vista energetico;
- una ridistribuzione del flusso sanguigno; il nostro organismo allorché sollecitato distribuisce la quantità di sangue inviandone maggiormente laddove sia necessaria, e lo sottrae invece ai distretti che in quel momento non sono coinvolti nell'attività fisica;
- un aumento dell'assorbimento di ossigeno ed una maggior rapidità nel raggiungimento dei valori massimi di assorbimento.
IL RISCALDAMENTO ciclistico
Imparare a riscaldarsi è fondamentale per una corretta esecuzione di una qualsiasi attività fisica.
Per risparmiare preziose energie e per essere pronti ad ogni situazione fin dalle primissime battute.
Come l'allenamento, anche il riscaldamento dovrà avere un andamento variabile, in durata ed intensità, a seconda del periodo e dell'atleta; infatti lo sforzo fisico che dovrà seguire il riscaldamento sarà l'elemento condizionatore di tutti i gesti utilizzati.
Per un atleta principiante i gesti da compiere per raggiungere gli scopi fisiologici richiesti nel riscaldamento possono essere scarni e limitati, mentre per l'atleta evoluto il tempo da dedicare al riscaldamento sarà più lungo e corredato da gesti più complessi.
Per un atleta principiante i gesti da compiere per raggiungere gli scopi fisiologici richiesti nel riscaldamento possono essere scarni e limitati, mentre per l'atleta evoluto il tempo da dedicare al riscaldamento sarà più lungo e corredato da gesti più complessi.
Per l'atleta avanti negli anni il naturale rallentamento del metabolismo dovuto ai fenomeni d'età, suggerisce di allungare ancora di più la fase di riscaldamento e di preparazione alla gara, specie a quelle brevi e molto intense (come il mezzofondo veloce o le competizioni cicloamatoriali di 50-60 chilometri);
di agire in modo ancor più graduale e progressivo, cercando di "risvegliare" senza strappi tutte le fibre muscolari interessate nel gesto atletico.
Nel riscaldamento pregara, l'atleta si deve concentrare per esprimere la sua carica agonistica, per controllare l'ansia per ripassare mentalmente le fasi significative del gesto tecnico e la distribuzione dello sforzo, abituare a ritrovare le spinte motivazionali per ottenere il risultato che ha costruito e previsto di conseguire con l'allenamento; in questo momento delicato il tecnico si dovrà limitare ad essere una presenza rasserenante ma passiva, che non deve condizionare l'atleta.
IL RISCALDAMENTO ciclistico.