Simoni sogna l'Olimpiade
https://mtb80.blogspot.com/2007/12/simoni-sogna-lolimpiade.html
GILBERTO SIMOMI
Il campione trentino riparte dalla Diquigiovanni-Androni per lasciare il segno al Giro d'Italia, ma ha un altro traguardo da tagliare. 'Andare in Cina con la maglia azzurra sarebbe meraviglioso'.
Nel 2001 e nel 2003 ha vinto il Giro d'Italia. Nel 2006 è diventato campione italiano marathon nella mountain bike. Da quando Gilberto Simoni si è sdoppiato tra strada e sterrato, il tempo si è fermato. A 36 anni Gibo è ancora lì, con la Diquigiovanni-Androni, a sgomitare per un posto nella corsa Rosa e uno nella nazionale che andrà a Pechino. Con l'entusiasmo di un ragazzino e il coltello tra i denti.
ORA COMANDO IO - 'Darei più poteri ai corridori. Dovremmo avere un ruolo più importante nella scelta di chi comanda il nostro sport, nella scrittura delle regole, nella gestione del calendario. Ormai il ciclismo è governato da una casta: dicono che siamo noi corridori a 'fare' lo spettacolo ma alla fine veniamo manovrati come burattini. Le corse sono troppo lunghe, anche quelle di un giorno, e il calendario non dà prestigio ad alcune gare che hanno fatto la storia di questo sport'.
Il campione trentino riparte dalla Diquigiovanni-Androni per lasciare il segno al Giro d'Italia, ma ha un altro traguardo da tagliare. 'Andare in Cina con la maglia azzurra sarebbe meraviglioso'.
Nel 2001 e nel 2003 ha vinto il Giro d'Italia. Nel 2006 è diventato campione italiano marathon nella mountain bike. Da quando Gilberto Simoni si è sdoppiato tra strada e sterrato, il tempo si è fermato. A 36 anni Gibo è ancora lì, con la Diquigiovanni-Androni, a sgomitare per un posto nella corsa Rosa e uno nella nazionale che andrà a Pechino. Con l'entusiasmo di un ragazzino e il coltello tra i denti.
ORA COMANDO IO - 'Darei più poteri ai corridori. Dovremmo avere un ruolo più importante nella scelta di chi comanda il nostro sport, nella scrittura delle regole, nella gestione del calendario. Ormai il ciclismo è governato da una casta: dicono che siamo noi corridori a 'fare' lo spettacolo ma alla fine veniamo manovrati come burattini. Le corse sono troppo lunghe, anche quelle di un giorno, e il calendario non dà prestigio ad alcune gare che hanno fatto la storia di questo sport'.