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Mondilai a Stoccarda Bettini Leggendario

Paolinoooo Bettiniiii ancora campioneeee!!!




MONDIALI - Siiiii!!! Bettini, sempre lui. Leggendario bis iridato
Stoccarda (Germania) -domenica 30 settembre 2007 - Anche nel ciclismo, così com’è stato per il calcio, il cielo della Germania si colora d’azzurro.
Ha vinto, anzi rivinto Paolo Bettini perché è giusto così, perché è il più forte e perché a volte lo sport, pur tra le sue storture e le sue ingiustizie, riesce a restituire quanto la vita, o la cattiveria degli altri, ti toglie o quanto meno prova a fare. Dopo Salisburgo è Stoccarda a inchinarsi al Grillo californiano, e lo fa con un'espressione affatto compiaciuta, visti i tentativi degli organizzatori, della città, di alcune tv tedesche, anche dell'Uci, di screditare il campione del mondo, anzi il bicampione del mondo.
Bettini ha vinto di nuovo, salendo definitivamente sull'Olimpo del ciclismo e bissando un'impresa riuscita in precedenza soltanto ai belgi Ronsse (1928 e 1929), Van Steenbergen ('56 e '57) e Van Looy ('60 e '61) e, soprattutto a Gianni Bugno, trionfatore nel 1991 e nel 1992 col primo trionfo proprio a Stoccarda. Quindici anni dopo è toccato a lui fare il bis, a un Bettini nel vivo della corsa da subito, come a voler dimostrare che critiche e sospetti lo amareggiano ma lo rinforzano, lo piegano ma non lo spezzano. Anzi. Il capitano azzurro, aiutato da una squadra eccellente, ha comandato dall'inizio alla fine, mandando in avanscoperta uno straordinario Bertolini, un grandissimo Cunego, un Ballan sempre pronto, un Tonti puntuale come Tosatto. Senza dimenticare Rebellin e Pozzato, "angeli protettori" di Bettini negli ultimi, decisivi chilometri.
E' Rebellin, con il russo Kolobnev a ruota, a provare lo strappo negli ultimi 30 chilometri.
Sulla salita dell'Herdweg l'azione dei due costringe la Spagna a muoversi, a sprecare energie, per la prima volta dallo start. In precedenza infatti, Bertolini, Ballan e Cunego si erano lanciati in un gruppetto vasto che aveva accumulato fino a 2' di vantaggio. Fuoco di paglia. Marzio Bruseghin è costretto ad alzare bandiera bianca per un guasto meccanico. Il trevigiano prova inutilmente ad inseguire ma deve fermarsi ai box anzitempo, mentre davanti gli azzurri tirano a perdifiato.
A due giri dalla fine il tentativo di Rebellin, che prova a scuotere l'equilibrio: non ci sono spagnoli a inseguirlo nell'immediato, sono 35 intanto i secondi di vantaggio che il tandem di testa riesce ad accumulare. Dietro fanno scena muta per un po’ perché italiani e russi favoriscono la fuga. Sono così costretti finalmente a uscire gli spagnoli, mentre dalla pancia del gruppo cominciano ad arrivare voci di un Freire, il grande favorito della vigilia, in difficoltà. Alejandro Valverde si veste da gregario. Alla campana dell'ultimo giro sono 18 i secondi di vantaggio per Rebellin e Kolobnev sul campione della Caisse d'Epargne, in testa agli inseguitori. All’ultimo giro si scoprono le carte. Quelle vincenti ce le ha in mano lo squadrone del ct Ballerini, che manda avanti le sue punte.
Arriva così il momento clou, Bettini comincia a lanciare l'assalto, lo segue Pozzato. Sono quindici gli uomini al comando. C’è pure Rebellin, ancora lui. Freire latita, no Samuel Sanchez. Davanti ci sono anche gli olandesi Dekker e Boogerd, il tedesco Wegmann, lo svizzero Elmiger, i belgi Gilbert e Leukemans.
A 10 km dall'arrivo Bettini ha la dinamite nelle gambe e fa esplodere i battistrada. Solo il lussemburghese Frank Schleck e il temibile teutonico Schumacher gli si incollano al mozzo. Più avanti rientrano il russo Kolobnev e l’australiano Cadel Evans. Il gruppo prova il riaggancio ma, pur non essendoci un grandissimo accordo là davanti, è l'assalto giusto, quello che arriva fino in fondo.
Dagli inseguitori dei battistrada perde contatto Pippo Pozzato che si arrende ai crampi a 1 km dalla vetta dell’ultimo strappo, pure Rebellin ha esaurito la sua azione. Bettini è pimpante, nessuno prova davvero a fare la differenza e si arriva così in volata. Sono in cinque che andranno a giocarsi il titolo iridato. Con la rabbia che ha dentro, Bettini diventa imbattibile, un furia che si abbatte sul traguardo.
Se l'anno scorso il Grillo bruciò Zabel, quest'anno tocca a Kolobnev inchinarsi. Dietro di lui Schumacher, poi Schleck ed Evans. Segue un plotoncino, quindi Freire, soltanto 14°, il primo, ma soltanto del gruppo.
Bettini, campione vero, trionfa dopo una settimana che avrebbe smontato chiunque. Non lui, non il livornese terribile che taglia il traguardo commosso ed euforico. Paolino è più forte delle polemiche, più forte di tutti. E’ campione del mondo per un anno ancora. I mondo del ciclismo è di nuovo ai suoi piedi al termine di una prestazione a dir poco leggendaria.

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