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BETTIN E LA BENZONI VINCONO IL CROCODILE TROPHY


L'italiano vince finalmente la Crocodile Trophy, precedendo il ceco Fojtik. Entusiasmo per la prova del diversamente abile Marc Herremans, che porta a termine il suo 'calvario' giungendo tra gli applausi a Cape Tribulation.

La Crocodile Trophy è finita con due vincitori. Quello ufficiale è
Mauro Bettin, che dopo la delusione del 2005 è finalmente riuscito a mettere la sua firma sulla prestigiosa gara a tappe australiana. Quello morale è invece il belga Marc Herremans, diversamente abile, che nonostante l'enorme fatica è riuscito a portare a termine la gara.

E il nome sede dell'arrivo dell'ultima tappa era forse un segno del destino. Proprio a Cape Tribulation, nel 1770, il navigatore James Cook naufragò con la sua nave, la Endevour, che fu in seguito ricostruita con legname proveniente da alberi locali. Ieri, 237 anni dopo, Cape Tribulation è stato testimone di un'altra grande prova di sopravvivenza, che entrerà senza ombra di dubbio nella storia.

La splendida impresa di Herremans, che ha percorso come tutti gli altri atleti in gara oltre 1400km, è stata festeggiata alla grande da tutti, compresi dai suoi compagni di avventura. Al termine della tappa, infatti, gli atleti hanno lasciato da parte i loro sogni di gloria, scortandolo come un corteo d'onore fino al traguardo, che Herremans ha avuto l'onore di tagliare per primo.

'Per me è stato un grande giorno. Sentire che tutti facevano il tifo per me è stata la sensazione più bella che ho provato dopo l'incidente' ha detto Herremans. Il belga, paralizzato dopo un incidente nel 2002,
avrebbe avuto mille motivi per abbandonare in questa durissima edizione della Crocodile Trophy, ma il suo curriculum parla chiaro e dopo la vittoria nell'Ironman Hawaii ha messo a segno un'altra grande impresa.
'Finire la gara alle Hawaii era dura, ma si trattava comunque di 10 ore di fatica, per un giorno solo. Alla Crocodile invece si trattava di soffrire per oltre 10 ore, ma per 10 giorni consecutivi. Ora sono stanco, ma anche tanto tanto felice.'

Tornando alla gara, il successo finale, come ampiamente preventivato dopo la penultima tappa, è andato all'italiano Mauro Bettin, che non ha mai seriamente visto in discussione il suo primo posto. Il suo rivale più ostico è stato il ceco Ondrej Fojtik, tornato per la seconda volta all'assalto della Crocodile, che alla fine ha ammesso di essere contento, perchè Bettin si è dimostrato comunque imbattibile. Terzo posto, ma primo tra i Master 1, il danese Allan Carlsen. Quarto, ma terzo Elite, il primo australiano, Tim Bennett.

Le classifiche sono comunque rimaste invariate, proprio per la 'parata' organizzata in onore di Herremans. La festa italiana è stata completata dalla prova di forza di Michela Benzoni, dominatrice assoluta, che conquista l'Australia vincendo tutte le tappe. Il podio donne è stato tutto tricolore, con Sandra Klomp 2^ e Marika Covre 3^.

Gli altri italiani si sono difesi con onore. Tra gli Elite Daniele Avico e Dario Cerisara hanno concluso al 21° e al 22° posto, mentre i tre Master 1 hanno chiuso al 6° (Salvatore Paolo Albano), 11° (Mauro Canale) e 20° posto (Giovanni Roveri).

Mauro Bettin ha vinto anche sia la classifica a punti (davanti a Rucker e Fojtik) che quella a squadre, in compagnia di Benoit Joachim e Max Becker. Il suo Dream Team ha preceduto il The Flight Center Team (Bennet, Wood e Hawson) e l'Ironbike Team (Canale, Klomp e Sibl).
ciao da Fabio ziviani

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