In tandem fino a Lourdes
Le difficoltà? Salite, camion e traffico cittadino

Tregnago. L’anno che è appena trascorso non passerà forse alla storia, ma Marco Tosi e la moglie Graziella Grisi lo ricorderanno sempre per la splendida avventura che hanno vissuto: 1.130 chilometri in due settimane attraverso la Francia, da Sisteron (Basses Alpes) a Lourdes in tandem, con 25 chili di bagaglio e 23 di bicicletta da spingere. Marco e Graziella hanno 50 e 48 anni. Ma in sella l’età non conta. Anzi. Per lui si è trattato del quarto arrivo a Lourdes, i primi tre partendo addirittura da Tregnago. Ma è la prima volta che fanno il percorso insieme, usando il tandem. «Ho provato nel 2005 un percorso di 390 chilometri in Corsica e poi mi sono preparata lo scorso anno con un migliaio di chilometri nelle gambe, più che altro per allenarmi a star seduta così tante ore sulla bici», spiega Graziella che ha imposto al marito il tandem, dopo che lui per anni ha scorazzato da solo o con gli amici per mezza Europa, raggiungendo Mont Saint Michel, Bruxelles, Santiago de Compostela o i principali passi delle Alpi, dal colle della Lombarda allo Stelvio, in un’unica cavalcata.
eimila i metri di dislivello segnati dal contachilometri con una media di 131 chilometri al giorno all’andata e un po’ di meno nel percorso di ritorno. «Veramente ero partita con l’idea fissa che prima o poi sarei salita in treno per la stanchezza», racconta.
«Invece pedalata dopo pedalata è diventata alla fine una questione d’onore arrivare in fondo», spiega Graziella.
Andare in tandem è solo apparentemente più facile che in bicicletta», spiega Marco, che si sposta solo in bicicletta, «e sono dure soprattutto le salite, quando non ci si può alzare sui pedali a spingere perché ci si sbilancia. La sua parte l’ha messa anche il mistral, il forte vento della Provenza, che da Arles al bivio per Saint Remy ci ha messo davvero paura perché a ogni pedalata si rischiava di cadere o di finire addosso ai camion che passavano rasenti», aggiungono i due ciclisti. Altra difficoltà è stato il traffico della città, perché il tandem non è così maneggevole nelle gimcane fra le auto e spesso i due dovevano cercare percorsi alternativi per non essere costretti ad attraversare i trafficati centri cittadini.
Non sono mancati gli incontri con altri appassionati di tandem, come una coppia di tedeschi che da Sete stavano raggiungendo la Spagna per imbarcarsi diretti in Africa dove contavano di restare un paio di anni girando in bicicletta.
Potremmo permettercelo solo quando saremo in pensione. Per ora sono soddisfatta dell’impresa», commenta Graziella, «anche perché non so se mi capiterà ancora un’occasione simile». Lei, che avrebbe bruciato quelle carte geografiche che il marito per tutto inverno studia diligentemente per preparare i viaggi delle ferie estive, è rimasta irretita nella passione della bicicletta quando questa sembrava aver preso il suo posto nel cuore di Marco: adesso, anche quest’anno c’è un tandem da spingere in due e una passione unica per entrambi. (v.z.)