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UNA GUARNITURA A DUE CORONE…

Un po’ di storia, dalla tripla alla doppia
Fino a circa una dozzina d’anni fa, o qualcosa di più, si utilizzava solamente la tripla, in parte già orientata su ingranaggi da 22/32/44 denti. Le tre volantine erano fissate a uno spider a cinque bracci e le pedivelle vincolate tramite due bulloni di grossa dimensione a un movimento centrale a perno quadro.

In precedenza il numero dei denti era qualcosa che neppure si riesce a immaginare e si girava con triple da 28/38/48 facilmente associate a un pignone posteriore da ventotto denti creando una rapportatura sicuramente poco agile!

La prima doppia compare in commercio a metà degli anni ’90, periodo in cui vedono la luce le prime cassette pignoni a nove velocità. L’idea viene niente meno che a Mr. Tom Ritchey che propone una trasmissione 2*9 con comandi dedicati (di tipo Grip Shift, i comandi rotanti di Sram). Diciamo il classico uovo di Colombo. In pratica è eliminata la corona da ventidue denti e il trentadue è sostituito da una volantina da ventinove. Vantaggio sicuramente il minor peso (una corona e cinque bussole in meno) e un miglior fattore Q dato dalla possibilità di ridurre la lunghezza del perno movimento. Ovviamente la scelta di questa soluzione significa avere la forza per spingere dei rapporti leggermente più lunghi rispetto a una tripla. In seguito il movimento centrale cambia standard. Il mondo della mtb è in continua evoluzione e gli standard ereditati dalla bici da strada sono spesso rivisti o abbandonati. Si passa così a vedere introdotti gli standard Isis/Octalink, in pratica un perno movimento di diametro leggermente maggiore con innesto per le pedivelle a “margherita” e non più quadro. La situazione per passare a una doppia sostanzialmente non cambia, sennonché qualche produttore inizia a commercializzare guarniture con spider a quattro fori, cambiando così il giro bulloni. Con questo nuovo standard l’ingranaggio minore non può essere meno di 30d perché verrebbe fisicamente a mancare lo spazio per alloggiare le bussole di fissaggio. Il giro bulloni delle guarniture a quattro bracci è, infatti, più ampio. Nel 2003 fa la sua comparsa il perno integrato, in pratica è vincolato alla pedivella destra (o sinistra per altri produttori, vedi Race Face). Il primo crankset in tal senso è di Shimano, lo XTR M960, con un giro bulloni tutto suo. Gli altri produttori però cavalcano l’onda e cominciano a proporre quasi tutti il perno integrato però con spider a quattro punti di fissaggio. La doppia volantina davanti comincia a essere difficoltosa. Innanzitutto il perno integrato è più largo del vecchio perno quadro, e non è possibile ridurlo perché vincolato alla pedivella. Il fattore Q aumenta. Inoltre la corona piccola fissata tramite quattro bussole rimane da 30d, come detto sopra. La doppia insomma non è conveniente a meno di avere molta attitudine alla salita. Fortunatamente alcuni produttori cominciano a offrire guarniture a due velocità, tra gli altri: FSA, PMP, FRM e Stronglight. Tutte in configurazione 29*42 o 44d. C’è da dire che PMP non ha un vero e proprio perno integrato, ma un sistema di fissaggio originale. Tra l’altro in PMP è possibile reperire varie corone di diverso numero di denti, così come in Stronglight. Sul mercato è presente anche una recente alternativa (2008) proposta dal produttore faentino FRM, che consiste in un crankset con dentatura 27/42. Rapporti “obbligati” perché la corona maggiore è in pezzo unico con lo spider, su cui è fissata anche la corona piccola da ventisette.

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