DI LUCA, CARRIERA A RISCHIO
https://mtb80.blogspot.com/2008/02/di-luca-carriera-rischio.html
L'abruzzese deferito dalla Procura Antidoping al GUI per i controlli dello Zoncolan. Rischia due anni di squalifica.
Il corridore abruzzese, passato quest'anno dalla Liquigas alla Lpr, è stato deferito dall'Ufficio di Procura antidoping del Coni al Giudice di ultima istanza. Il provvedimento è frutto di un controllo antidoping efettuato durante lo scorso Giro d'Italia, dopo la diciassettesima tappa del Monte Zoncolan. Al corridore sarebbe contestato di essersi sottoposto a una flebo (di acqua o soluzione fisiologica) durante l'intervallo di tempo trascorso tra il controllo antidoping dell'Uci al termine della tappa e quello successivo a sorpresa disposto dalla Procura del Coni la sera stessa. Le analisi avevano riscontrato al riguardo alterazioni nei profili ormonali del corridore. Secondo il professore Cappa, specialista endocrinologo autore della relazione, queste alterazioni erano dovute proprio a una flebo fatta dal corridore dopo la conclusione della tappa. Ricordiamo che la flebo è una pratica vietata dal regolamento della Wada e dalla legge antidoping italiana. Di Luca era già stato sospeso per tre mesi alla vigilia del mondiale di Stoccarda, in seguito alla frequentazione del dottor Santuccione. «Credo nella buona fede di Danilo e credo nella giustizia: per questo non vedo l'ora che arrivi il momento del giudizio, per chiudere al più presto questa vicenda e tornare a parlare solo di corse», ha detto Fabio Bordonali, team manager della Lpr. «Ho parlato con Danilo - ha continuato - e l'ho trovato abbastanza tranquillo: lui sa di non aver fatto nulla di scorretto, quindi non vede l'ora di affrontare il giudizio. Davanti al Giudice di Ultima Istanza si confronteranno i periti del Coni e quelli di Danilo e si chiuderà finalmente questa vicenda.
Fonte Cycling.it
Il corridore abruzzese, passato quest'anno dalla Liquigas alla Lpr, è stato deferito dall'Ufficio di Procura antidoping del Coni al Giudice di ultima istanza. Il provvedimento è frutto di un controllo antidoping efettuato durante lo scorso Giro d'Italia, dopo la diciassettesima tappa del Monte Zoncolan. Al corridore sarebbe contestato di essersi sottoposto a una flebo (di acqua o soluzione fisiologica) durante l'intervallo di tempo trascorso tra il controllo antidoping dell'Uci al termine della tappa e quello successivo a sorpresa disposto dalla Procura del Coni la sera stessa. Le analisi avevano riscontrato al riguardo alterazioni nei profili ormonali del corridore. Secondo il professore Cappa, specialista endocrinologo autore della relazione, queste alterazioni erano dovute proprio a una flebo fatta dal corridore dopo la conclusione della tappa. Ricordiamo che la flebo è una pratica vietata dal regolamento della Wada e dalla legge antidoping italiana. Di Luca era già stato sospeso per tre mesi alla vigilia del mondiale di Stoccarda, in seguito alla frequentazione del dottor Santuccione. «Credo nella buona fede di Danilo e credo nella giustizia: per questo non vedo l'ora che arrivi il momento del giudizio, per chiudere al più presto questa vicenda e tornare a parlare solo di corse», ha detto Fabio Bordonali, team manager della Lpr. «Ho parlato con Danilo - ha continuato - e l'ho trovato abbastanza tranquillo: lui sa di non aver fatto nulla di scorretto, quindi non vede l'ora di affrontare il giudizio. Davanti al Giudice di Ultima Istanza si confronteranno i periti del Coni e quelli di Danilo e si chiuderà finalmente questa vicenda.
Fonte Cycling.it